In tema di trasparenza fiscale la Confederazione Elvetica sta accelerando il passo. Il 12 agosto 2015, infatti, il Consiglio federale ha trasmesso alla Camere Federali il testo del protocollo che definisce lo scambio di informazioni fiscali tra Italia e Svizzera.
E’ un ulteriore step del percorso stabilito nella convenzione tra Italia e Svizzera del 23 febbraio 2015 che ha modificato, come noto, la convenzione sulle doppie imposizioni in vigore tra Italia e Svizzera dal 27 marzo 1979.
Il cambiamento sarà radicale. L’amministrazione italiana potrà richiedere assistenza in materia fiscale alla Svizzera, sia per singoli contribuenti, sia per gruppi aventi caratteristiche omogenee, e la Svizzera non potrà più opporre alcun diniego. E’ venuto meno il dogma del segreto bancario e ciò che prima era vietato, tranne laddove, nell’ambito delle indagini penale, vi fosse l’impulso dell’Attività Giudiziaria italiana, oggi diventa una vera e propria regola.
Tutte le informazioni su imposte di qualsiasi natura che siano state sottratte al Fisco Italiano illecitamente saranno oggetto di comunicazione dalla Svizzera all’amministrazione italiana. Le informazioni, dunque, non riguarderanno solo conti e titoli detenuti in territorio elvetico, ma anche le imposte versate. Lo scambio, con la realizzazione di una vera e propria piattaforma informatica utilizzabile da entrambi i Paesi, diventerà effettivo dal 2018 e riguarderà i dati dei contribuenti a partire dal 2017.
Anche se la procedura di voluntary disclosure, attivabile fino al 30 settembre 2015, salvo proroghe, non sta dando i risultati attesi dal Fisco italiano, il pressing sulla trasparenza fiscale attivato dal Governo procede senza arrestarsi e la Svizzera continua il cammino intrapreso.
I reati tributari e il neo-introdotto delitto di autoriciclaggio restano alla finestra, pronti per essere contestati dalla Procure italiane grazie alle conoscenze acquisite tramite lo scambio di informazioni.