Frode fiscale, paga il consulente

//Frode fiscale, paga il consulente

La Corte di Cassazione, Sezione III Penale, con sentenza n. 19999/2017, ha chiarito che il consulente è responsabile in concorso con il contribuente del reato di frode fiscale laddove sia consapevole dell’illecito tributario.

Per il professionista, inoltre, scatta l’aggravante (pena aumentata fino alla metà) di cui all’art. 13 bis, co. 3, D.Lgs. 74/00 nel caso in cui l’attività di consulenza sia svolta in modo continuativo e sistematico.

Secondo la Corte di Cassazione è sufficiente che il professionista sia a conoscenza della frode posta in essere dal contribuente al fine di evadere le imposte. Non si tratterebbe di mera “connivenza qualificata” , ma di una consapevolezza ritenuta penalmente rilevante in quanto il commercialista resta, in ultima analisi, colui il quale registra le fatture false nella dichiarazione dei redditi consentendo al cliente l’indebito risparmio di imposta. Vi è, pertanto, un contributo causale.

Nel caso di specie è stato confermato il sequestro preventivo per equivalente nei confronti anche del commercialista- consulente contabile.

2018-01-29T11:47:24+00:00 29 Gennaio 2018|News|